Lo studio, condotto su casi clinici dei Reparti di Pediatria, di Cardiologia e di Neurologia dell’Ospedale di Circolo in Varese, mette in luce la presenza di enterovirus mutati capaci di produrre infezioni croniche progressive. La ricerca condotta dall’Università dell’Insubria con la collaborazione di un virologo della Food and Drug Administration americana e di un diabetologo dell’Università di Miami è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista inglese Scientific Reports.
In casi di diabete, miocardiopatia cronica e sindrome post-poliomielite, i microbiologi di Varese hanno messo in luce la presenza di enterovirus mutati capaci di produrre infezioni croniche progressive. «Per questa ricerca, sono state messe a punto nuove procedure diagnostiche che si basano sull’integrazione di metodi per isolare i virus in colture di cellule, per sequenziare i genomi virali, per evidenziare le proteine dei virus nei campioni biologici. Questo approccio particolare ha dimostrato che infezioni croniche da enterovirus possono rappresentare un’importante causa di disturbi endocrini, cardiaci e neurologici a lenta evoluzione» spiega il professor Antonio Toniolo, Ordinario di Microbiologia Medica dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Gli enterovirus sono tra gli agenti infettivi più diffusi in tutto il mondo, comprendono almeno 110 tipi diversi di virus e si trasmettono nella popolazione per via fecale-orale, ma anche per via respiratoria. Essendo così numerosi e così variabili dal punto di vista genetico, la loro identificazione è particolarmente complessa. Il virologo Konstantin Chumakov della Food and Drug Administration americana ha confermato i risultati ottenuti a Varese sequenziando i genomi virali con metodi sviluppati ad hoc ed ha anche effettuato un’analisi filogenetica utilizzando un database dei genomi degli enterovirus che lui stesso ha prodotto.
Nel loro insieme, i risultati indicano che i poliovirus (che fanno parte degli enterovirus della specie C) possono persistere per almeno 80 anni nei soggetti colpiti da poliomielite e che altri tipi di enterovirus (delle specie A e B) sono presenti in soggetti con diabete o con miocardiopatie croniche.
Questo studio segue recenti pubblicazioni dell’équipe del Professor Toniolo riguardanti il ruolo eziologico delle infezioni virali nel diabete e in altre patologie croniche. Questi lavori sono apparsi su Pediatric Diabetes, Diabetologia, Scientific Reports e sul volume di Springer “Diabetes and Viruses”.
«I risultati mettono a disposizione dei clinici un nuovo metodo per identificare precocemente gli individui cronicamente infettati con tipi diversi di enterovirus. Gli individui infetti potranno essere tenuti in osservazione per diagnosticare eventuali forme di diabete, di miocardiopatie, di patologie neurologiche e curarle il più precocemente possibile – sottolinea il professor Toniolo - . In secondo luogo, è oggi possibile pensare all’uso di farmaci antivirali per ridurre il danno conseguente alle infezioni virali già in atto. In terzo luogo - nell’ambito di collaborazioni internazionali che l’Università dell’Insubria mantiene da tempo – si potranno identificare tipi di enterovirus con tendenza particolare a produrre danni del pancreas endocrino, del miocardio, oppure dei motoneuroni. Questi studi potranno aprire una via per la formulazione di vaccini antivirali specifici».
Gli studi proseguono a Varese con il supporto del nostro Ministero della Salute e con un finanziamento americano.