Si tratta di un software da utilizzare per diagnosi e valutazione dell’efficacia delle terapie abbinato all’ecografo di ultima generazione acquisito la scorsa estate

 

A Cantù un nuovo strumento per la diagnosi e la stadiazione delle malattie del fegato. L’ospedale Sant’Antonio Abate potenzia la sua dotazione tecnologica con l’arrivo del Fibroscan, un software di ultima generazione che è stato appena installato sull’ecografo acquisito lo scorso luglio per la Radiologia del presidio di via Domea.

La novità è stata presentata stamattina nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato Fabio Banfi, direttore sanitario dell'Asst Lariana, Patrizia Figini, direttore medico di presidio, Rosa Maria Muraca, primario dell'U.O, di Diagnostica per Immagini, e Eugenio Limido, priamario dell'U.O. di Medicina

“Il FibroScan – ha spiegato la dottoressa Muraca - esegue l’elastografia epatica, una metodica diagnostica utile a quantificare la fibrosi epatica, vale a dire il fenomeno di cicatrizzazione che consegue a malattie come l’epatite virale e che può portare alla cirrosi epatica. Inizieremo il training il 23 febbraio con uno specialist della ditta fornitrice e recluteremo inizialmente sei pazienti dell’Ambulatorio di Epatologia e poi tutti gli altri che sono seguiti per fare il cosiddetto ‘punto zero’, uno studio della situazione e seguirne nel tempo l’evoluzione”.  

L’esame

Il FibroScan, implementato sull’ecografo senza costi aggiuntivi per l’Asst, è una metodica di semplice esecuzione, facilmente ripetibile e con minima variabilità legata all’esecutore. E’ preferibile eseguire il test dopo un periodo di digiuno di circa 6 ore, in quanto le modificazioni del flusso sanguigno nel fegato, indotte dal pasto possono modificare, almeno in alcuni pazienti, l’elasticità dell’organo. Il FibroScan non può essere eseguito in soggetti con ascite, ma in questo caso la diagnosi di cirrosi è già clinica, e nelle donne in gravidanza. E’ di difficile esecuzione in soggetti con importante sovrappeso (obesi) e con spazi intercostali stretti.  

“Vi sono fattori – prosegue la radiologa - che possono influenzare l’affidabilità di questo strumento quali il grado di infiammazione epatica e lo spessore del pannicolo adiposo del paziente analizzato. Dobbiamo quindi pensare al FibroScan come alla tessera di un mosaico diagnostico che insieme alle altre tessere, quali, ad esempio, il valore delle transaminasi e il referto ecografico, consente all’epatologo di comporre l’immagine del fegato del paziente”.

Inoltre, questo esame, disponibile solo a Cantù nell'ambito dell'Asst Lariana, sostituisce nel 90% dei casi la biopsia epatica, che, invece, richiede il ricovero e può comportare il rischio di alcune complicanze.

L’ospedale di Cantù amplia così la sua offerta in modo che i pazienti seguiti nel presidio non si debbano rivolgere ad altre strutture e trovino così in un’unica sede tutto ciò che serve per il loro percorso diagnostico-terapeutico. “Il FibroScan – ha aggiunto Limido, primario di Medicina - è un esame sicuramente prezioso nella gestione clinica del soggetto epatopatico.   Nella fase di monitoraggio, sia del paziente non trattato che del paziente in trattamento. Le variazioni di FibroScan forniscono importanti elementi per misurare il rischio di progressione della malattia e il grado di risposta alla terapia”.

 

L’ambulatorio di Epatologia

In occasione della festa per il Santo Patrono, il 17 gennaio scorso è stato presentato l’Ambulatorio di Epatologia, di recente attivazione, che lavora in stretta collaborazione con l'Epatologia del Sant’ Anna al fine di garantire una continuità di cure ai pazienti del Canturino. Come hanno spiegato il primario di Medicina Eugenio Limido e la responsabile Ombretta Spinelli, vi accedono pazienti affetti da epatite cronica da virus C, da virus B, pazienti con malattie autoimmuni e steatoepatite non alcoolica e con epatocarcinoma.

Nel caso per il paziente sia indicato il trattamento chirurgico, il ricovero sarà all’ospedale di San Fermo. Se, invece, è necessario un trattamento di radiologia interventistica, il paziente sarà ricoverato in Medicina  a Cantù. In entrambi i casi il paziente sarà poi riaffidato all’ambulatorio canturino per il follow up. All'ambulatorio afferiscono anche pazienti trapiantati,  per lo specifico follow up e la gestione della terapia immunosoppressiva.

 

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