La Conferenza Internazionale sui D-aminoacidi, IDAR2017 (International Conference of D-Amino Acids Research, www.idar2017.com) sarà ospitata a Varese dall’Università degli Studi dell’Insubria, dal 10 al 13 luglio 2017. È la prima volta che la Conferenza si svolgerà in Europa: le prime due edizioni infatti si sono tenute in Giappone.
Il congresso richiamerà in città (nell’aula magna Granero Porati di via Dunant 3) numerosi ricercatori europei (francesi, tedeschi, inglesi, svizzeri, ungheresi, etc.) ed extraeuropei (la folta delegazione di scienziati giapponesi, storicamente impegnati nella ricerca sui D-aminoacidi, sarà affiancata da ricercatori provenienti dagli Stati Uniti, Canada, Israele, Cina, Taiwan, etc.). L’inaugurazione si terrà lunedì 10 luglio 2017 alle ore 13.45 con la consegna della medaglia della IUBMB, l’Unione Internazionale delle Società di Biochimica e Biologia Molecolare, al prof. Meir Lahav del Weizmann Institute (Israele).
Il congresso, organizzato da Loredano Pollegioni (Università dell’Insubria), Jean-Pierre Mothet (CNRS, Marsiglia) e Alessandro Usiello (Università della Campania), affronterà gli sviluppi scientifici più recenti relativi ai D-aminoacidi, liberi o legati a peptidi. Si parlerà, infatti, del coinvolgimento di queste molecole nei processi fisiologici e patologici che interessano gli organi periferici e il sistema nervoso dei mammiferi (e che li vedono coinvolti in patologie come la schizofrenia, la malattia di Alzheimer, il dolore neuropatico, la SLA, le infezioni, etc.), arrivando fino alla loro applicabilità in clinica. Inoltre, saranno analizzati i nuovi metodi analitici di misurazione di queste molecole e valutate le loro potenzialità in diversi applicazioni biotecnologiche (ad esempio come componenti di farmaci o nella dissoluzione del biofilm).
L’evento rappresenta l’opportunità per confrontarsi sugli sviluppi più recenti della ricerca scientifica concernente i D-aminoacidi. «Al contrario degli L-aminoacidi che sono molecole indispensabili in Natura per il loro fondamentale ruolo come unità costitutive delle proteine e come intermedi di numerosi processi metabolici, i D-aminoacidi sono stati ritenuti per lungo tempo molecole non naturali e prive di un ruolo biologico negli eucarioti. A partire dagli anni ’90, lo sviluppo di tecniche analitiche in grado di separare gli L- dai D-aminoacidi hanno portato all’evidenza che i D-aminoacidi sono presenti in numerosi tessuti e fluidi biologici degli organismi superiori, dove svolgono importanti funzioni biologiche» spiega il professor Pollegioni.