E' partito in fase sperimentale all'Ospedale di Circolo il nuovo servizio di Dialisi peritoneale domiciliare video-assistita.

Si tratta di una metodica che, sfruttando la telematica, permette di soddisfare le esigenze del paziente affetto da insufficienza renale cronica evitandogli continui accessi in Ospedale, senza però ridurre l'intensità dell'assistenza sanitaria. 

"La dialisi peritoneale è un'alternativa altrettanto efficace rispetto alla più diffusa emodialisi - spiega il Dott. Giuseppe Rombolà, Direttore della Nefrologia e Dialisi - la differenza sostanziale sta nel fatto che i pazienti che scelgono la dialisi peritoneale vi si sottopongono a casa propria, dopo un'adeguata formazione, mentre l'emodialisi è una procedura che richiede continui accessi in Ospedale. Spesso, però, - sottolinea Rombolà - proprio il fatto di non venire in Ospedale rende insicuri i pazienti che prediligono quindi sottoporsi ad emodialisi. La nuova metodica che stiamo sperimentando, potrebbe permettere di ovviare proprio a questo inconveniente".

 

La nuova procedura, infatti, sfruttando i vantaggi della telematica, consente al paziente di essere più libero, sottoponendosi autonomamente alla dialisi peritoneale al proprio domicilio, garantendo al contempo un monitoraggio costante da parte del personale esperto dell'Ospedale. 

In estrema sintesi, per sottoporsi a dialisi peritoneale al paziente viene impiantato una sorta di catetere nel peritoneo. Quando deve sottoporsi alla procedura, ad intervalli di 4 ore, il paziente collega questo catetere ad una sacca colma di un liquido che permette di depurare l'organismo. La procedura, che dura una ventina di minuti, si svolge in collegamento telematico con la Dialisi dell'Ospedale di Circolo, dove il personale segue in diretta lo svolgersi della procedura e può intervenire in caso di necessità o nel caso in cui sia il paziente a chiedere un riscontro.

 

"I benefici di questa metodica sono evidenti - commenta il Direttore generale Callisto Bravi - dal momento che evitano al paziente di accedere continuamente in Ospedale portando direttamente a casa sua tutta l'assistenza di cui necessita. A questo primo paziente già arruolato, entro l'estate se ne aggiungeranno altri due. Ovviamente analizzeremo con attenzione questa prima fase sperimentale che durerà un anno e poi potremo portarla a regime".

I vantaggi offerti da questa nuova metodica sono molti e vanno da una maggiore personalizzazione della terapia, ad un miglioramento della qualità della prestazione stessa, perché erogata al domicilio del paziente, fino al superamento delle difficoltà legate all'orografia del territorio dell'ASST dei Sette Laghi.

"L’insufficienza renale cronica è in costante aumento in tutto il mondo. - spiega Rombolà - Nei paesi occidentali ciò è legato soprattutto all’invecchiamento della popolazione, mentre nei paesi in via di sviluppo la causa principale è il diabete. In Lombardia ci sono poco meno di 1800 nuovi ingressi ogni anno e circa 8.500 pazienti totali in trattamento dialitico: di questi solo il 12 % esegue il trattamento al domicilio. Il nostro obiettivo è proprio quello di aumentare le cure a domicilio, cercando di migliorare la riabilitazione e quindi offrire una qualità di vita decisamente migliore rispetto all’ospedalizzazione della terapia".

 

 

 

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