L’ipnosi entra in ospedale per la cura delle patologie funzionali di esofago, stomaco e intestino. La metodica viene utilizzata nella Gastroenterologia del presidio Sant’Anna di San Fermo della Battaglia (Como) ed è stata presentata ufficialmente stamattina nel corso di una conferenza stampa alla presenza di Fabio Banfi, direttore sanitario dell’Asst Lariana, di Domenico Pellegrino, direttore del Dipartimento medico, di Giorgio Bellati, primario di  Medicina, e di Gian Marco Idèo, gastroenterologo dell’ospedale Sant’Anna.

 

Nella struttura comasca è stato avviato nel 2015 un progetto pilota denominato “ASH – Perché il paziente è una persona”, che coniuga l’approccio medico con quello psicologico per trattare pazienti con disordini funzionali che presentano sintomi quali reflusso, dolore funzionale, diarrea, stipsi, gonfiore addominale, disturbi digestivi. Le persone sinora trattate al Sant’Anna sono 60 per un totale di mille prestazioni e la risposta alla terapia valutata attraverso uno studio test – retest è di prossima pubblicazione. E’ appena stata completata la stesura di un disegno di ricerca per uno studio caso-controllo prospettico randomizzato e controllato.

L’intuizione di utilizzare un approccio multimodale e integrato è scaturita dagli studi di Gian Marco Idèo, gastroenterologo, endoscopista e specializzando in psicoterapia dell’ospedale Sant’Anna che, grazie a un doppio know-how medico e psicologico, si è fatto promotore di una cultura basata sull’integrazione di competenze specialistiche per la prima volta in Italia inserite in un modello di cura completo. L’innovativo metodo è stato introdotto grazie al lavoro svolto dal Gruppo Operativo Interdipartimentale “ASH”, istituito nel 2015, di cui Idèo è il responsabile, costituito da professionisti sia di estrazione gastroenterologica che psicologica. Un acronimo, “ASH”, che significa “active subject of healing”, cioè “soggetto attivo di guarigione”.

 

La persona al centro

Tratto distintivo del progetto comasco è quello di ripartire dalla persona, riposizionandola al centro della relazione di cura, creando così una vera e propria alleanza terapeutica: “Noi non curiamo le malattie – spiega Idèo -, ma le persone. Il paziente/persona non viene più considerato come un oggetto passivo di intervento, bensì come soggetto attivo di guarigione. Il medico/terapeuta gli fornisce le cure mediche più aggiornate e lo aiuta ad attivare le sue specifiche risorse per orientarsi agli obiettivi di guarigione utilizzando la psicoterapia ipnotica. E’ l’evoluzione del modello messo a punto da Milton Erickson, padre dell’ipnoterapia indiretta, e introdotto in Italia dalla Scuola Europea di Psicoterapia Ipnotica di Giampiero Mosconi, riconosciuta dal MIUR nel 1998”.

A Manchester e nel South Carolina ci sono strutture operative che utilizzano l’ipnoterapia per trattare pazienti gastroenterologici. Sono però team di area psicologica esterni al servizio di gastroenterologia. “Noi siamo i primi al mondo ad applicare un approccio multimodale e integrato con cinque professionisti inseriti nel tessuto operativo del Servizio di Gastroenterologia. Nei vari consessi scientifici e regionali si parla già di ‘Modello Como’”, aggiunge lo specialista.

“Il progetto – è intervenuto Banfi, direttore sanitario dell’Asst Lariana – è in fase di espansione pionieristica. E’ importante segnalare che in un ospedale come il Sant’Anna, che ha una casistica importante ed elevati volumi di attività, sia stato possibile avviare un’iniziativa innovativa come questa, sovvenzionata con i fondi di Medicina, grazie alla passione e alle competenze di un gruppo di lavoro multidisciplinare”.

 

L’ipnosi

L’ipnosi di per sé non cura nulla. “Essa – specifica Idèo - rappresenta un potentissimo strumento che produce uno stato modificato di coscienza. Grazie all’induzione della trance ipnotica è possibile rafforzare l’alleanza terapeutica e veicolare con la massima efficacia, attraverso processi di elaborazione inconscia, una psicoterapia generalmente breve. Un appropriato intervento psicologico, come dimostrano i più recenti studi nell’ambito delle Neuroscienze e dell’Epigenetica, determina effetti misurabili e duraturi sulla biologia dell’essere umano in senso adattativo. In sintesi, non si modifica il codice genetico, bensì la sua espressione biologica. Si promuove cosi un cambiamento che mira a riequilibrare i sottosistemi primari dell’uomo: psicologico, neurologico, endocrino e immunitario,  favorendo i processi di guarigione”.

 

Le sedute

Il paziente può fare un percorso da 8 a 16 sedute, a seconda della complessità del caso, con un ticket da 66 a 132 euro. Le sedute di ipnoterapia hanno una durata di 45 minuti. “Talvolta – aggiunge Idèo - possono essere eseguite due sedute in un continuum. Avvengono in sala ipnosi, un luogo tranquillo ove sono presenti due comode poltrone reclinabili. Sono presenti anche strumentazioni multimediali di supporto, ma ciò che veramente è importante, in un setting terapeutico Ericksoniano, è la predisposizione alla creazione della coppia terapeutica”.

Tale attività rientra nel progetto pilota. Non c’è infatti ancora uno sportello aperto al pubblico e i pazienti vengono direttamente selezionati all’interno dell’Ambulatorio di Gastroenterologia Generale a fini di ricerca.

In endoscopia si utilizza solo in casi selezionati, ad esempio in pazienti che non possono essere sottoposti a sedazione/analgesia farmacologica, l'ipnosi clinica. In pratica, si sfrutta la fenomenologia della trance per ottenere sedazione, analgesia e amnesia durante l’esecuzione della gastroscopia o della colonscopia. Si tratta di una prestazione che non può essere richiesta da utenti esterni, ma rientra all'interno di una sperimentazione del progetto pilota.

 

L'utilizzo in Gastroenterologia

Secondo la letteratura, il 68% dei pazienti di un ambulatorio di Gastroenterologia Generale presenta una causa funzionale, quindi beneficerebbe di un approccio psicoterapeutico oltre che clinico gastroenterologico, ma solo il 22% accetta di essere inviato allo psicoterapeuta in altra struttura.

La Gastroenterologia si presta molto bene a questo approccio in quanto l’apparato gastroenterico e le ghiandole annesse, gestite in toto dal sistema nervoso autonomo, rappresentano uno dei target principali di somatizzazione. Tale modello è esportabile alla maggior parte delle specialità in campo medico. “L’idea di ASH – prosegue Idèo - nasce da un’analisi dei dati analizzati dalla letteratura che hanno dimostrato che i risultati a breve e lungo termine per la cura delle patologie gastroenterologiche funzionali e alcune organiche sono superiori con un approccio terapeutico multidisciplinare medico e psicologico rispetto a un approccio monodisciplinare”.

 

I dati

Al Sant’Anna ci sono già a disposizione dati attendibili sull’efficacia clinica di tale approccio multimodale:  “Abbiamo dati su 60 pazienti secondo una valutazione test/retest che mostra un impatto positivo significativo a lungo termine sulla sintomatologia presentata dal paziente, sulla qualità di vita, sull’ansia, sull’attività sociale, relazione e lavorativa che saranno illustrati in un convegno in programma nell’autunno di quest’anno”, conclude lo specialista.

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